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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Erica Bouvier – Leggere per scegliere. La pratica della recensione nell’editoria moderna e contemporanea

[ a cura di A. Chiurato, Mimesis, Udine 2020 ] 

Aprendo un giornale alla pagina culturale è quasi impossibile non imbattersi nella lettura di recensioni sulle ultime novità culturali: su best seller del momento, su flm in programmazione nelle sale cinematografche, su mostre, su nuovi album di artisti musicali. La recensione è infatti uno dei mezzi di comunicazione culturale più popolari di sempre e uno strumento usato per informare criticamente il pubblico. Nel panorama letterario, molti sono stati i dibattiti condotti sulle pagine dei giornali: la recensione ha rappresentato un vaglio critico importante per i nuovi libri, determinandone spesso la ricezione pubblica. Eppure, oggi grava un’ipoteca negativa su questo genere, forse anche in ragione dello stato attuale dell’informazione culturale italiana ad ampia diffusione, dove vengono pubblicate la maggior parte delle recensioni divulgative. In questo contesto, acquista rilievo la pubblicazione del volume curato da Andrea Chiurato, Leggere per scegliere. La pratica della recensione nell’editoria moderna e contemporanea, il cui tentativo è dichiaratamente di rivalutare la recensione come un genere proprio della critica letteraria e come uno strumento per rinvigorire il dibattito pubblico sulla letteratura contemporanea. 

Il volume si articola come una raccolta di saggi di vari studiosi, aventi come fl rouge il tema della recensione letteraria, analizzato secondo prospettive differenti. A fare da cappello alla miscellanea è l’Introduzione di Paolo Giovannetti, coordinatore delle ricerche del gruppo dello IULM di Milano, di cui questo libro è tappa fondamentale. Da anni Giovannetti, Chiurato e il loro gruppo di ricercatori si occupano di comunicazione letteraria e riflettono attorno alla recensione, intendendola come canale principe del dialogo tra la critica accademica e il pubblico di massa. Il ruolo della recensione, come è possibile evincere dai vari contributi, sta proprio in quella mediazione tra fatto letterario e lettore comune: non è dunque un’attività da sottovalutare, ma da rivendicare. L’obiettivo è quello di riscoprire le potenzialità critiche del genere e di riabilitare la recensione anche come oggetto di studio scientifico, come scrive Giovannetti stesso in apertura, lamentando la mancanza di studi sistematici a riguardo. A un metodo prevalentemente applicativo, basato su singoli casi studio (per esempio, Giovannetti analizza la rivista «La Chimera») vengono alternate riflessioni teoriche (come quella di Dario Boemia). In tutti gli interventi, infatti, gli autori si domandano che cos’è la recensione, quali sono le forme in cui si presenta (recensione divulgativa, di settore, accademica) e come analizzare un genere tanto mutevole e sfuggente. 

Il libro si caratterizza per una spiccata interdisciplinarità e uno sguardo complessivo verso il mondo della comunicazione. Gran parte della raccolta è dedicata ad approfondimenti sulla recensione letteraria, secondo un crescendo cronologico: dalle riviste di primo Novecento («La Riviera Ligure», esaminata da Zoboli) all’eterogeneità della realtà degli anni Novanta (di cui si occupa Zuccato). A questa variegata casistica italiana si accostano esempi internazionali, grazie al contributo di Stefano Maria Casella sull’attività recensoria di Pound, Eliot e Woolf. L’ultimo capitolo, di Logaldo e Rizzuti, apre uno scorcio sulla recensione cinematografica e musicale, fornendo una panoramica più ampia sulle riviste artistiche e culturali. 

Costruito come un percorso storico, il volume dà la possibilità di comprendere che la recensione è un genere che attraversa la storia della critica e della letteratura italiana ed europea. Il grande merito del lavoro teorico di questo gruppo di ricerca è il tentativo di riavvicinare la critica giornalistica alla critica letteraria. Le due realtà, se comunicanti, potrebbero dar vita a uno scambio fruttuoso grazie al quale la ricerca accademica potrebbe non solo divulgare i risultati dei suoi studi, ma tornare anche a essere soggetto attivo nel dibattito culturale e, in ultima istanza, anche civile e politico. 

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